Circostanze del reato : : trasformazioni in atto e prospettive di riforma / / Lorenzo Pellegrini.

Le circostanze del reato contribuiscono al contempo sia alla migliore individualizzazione e definizione della fattispecie, sia alla commisurazione giudiziale della pena. Tale doppia anima le rende terreno eletto per politiche di stampo ora legalitario (di determinazione legale della fattispecie e di...

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Superior document:Premio Tesi di dottorato ; 41
VerfasserIn:
Place / Publishing House:Firenze : : Firenze University Press,, [2014]
©2014
Year of Publication:2014
Language:Italian
Series:Premio Tesi di dottorato ; 41.
Physical Description:1 online resource (426 pages).
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Table of Contents:
  • Premesse introduttive
  • Capitolo 1 Il valore problematico dell'odierna concezione delle circostanze del reato. Un istituto a cavallo fra la teoria generale del reato e la commisurazione della pena
  • 1. La nozione di circostanza del reato ed il controverso inquadramento dogmatico dell'istituto
  • 2. Gli studi unisettoriali
  • 2.1 Le impostazioni tradizionali. Una indagine imperniata sui problemi di «struttura» della fattispecie circostanziata in rapporto alla figura base
  • 2.2 Gli studi più avanzati. L'inquadramento dell'istituto nella commisurazione della pena in senso ampio ed i caratteri nodali posti in evidenza
  • 3. Gli studi plurisettoriali. I limiti delle impostazioni unisettoriali ed i vantaggi dell'approccio compositivo-pluridirezionale
  • Capitolo 2 La funzione delle circostanze del reato in costante dialettica fra reale e razionale
  • 1. Le circostanze del reato tra teorie monofunzionali e polifunzionali
  • 2. Le teorie monofunzionali. Tradizionale attribuzione alle circostanze di una generica funzione di individualizzazione e concretizzazione della pena: prime considerazioni critiche
  • 3. Il contributo della dottrina all'individuazione della funzione delle circostanze di determinazione legale della fattispecie e commisurazione legale della pena
  • 4. Le teorie polifunzionali: la (ri)valorizzazione dei nessi funzionali fra la disciplina delle circostanze ad efficacia comune ed il processo di individualizzazione giudiziale della pena
  • 4.1 La disciplina delle circostanze ad efficacia speciale e la prevalente funzione di determinazione legale della fattispecie penale
  • 5. La coesistenza tra funzione teoretica e reale delle circostanze
  • 6. Riflessioni conclusive in punto di funzione delle circostanze del reato. La dialettica compositiva fra determinazione legale e/o giudiziale della fattispecie e commisurazione legale e/o giudiziale della pena
  • 7. La funzione "parcellizzata". Verso un approccio polifunzionale di tipo differenziato
  • 7.1 Circostanze con variazione di pena proporzionale e circostanze con variazione di pena autonoma o indipendente
  • 7.2 Le circostanze facoltative
  • 7.3 Le circostanze obbligatorie, discrezionali ed indefinite
  • 7.4 L'art. 63 c.p. ed il concorso omogeneo di circostanze
  • 7.5 L'art. 69 c.p. ed il giudizio di bilanciamento fra circostanze eterogenee
  • Capitolo 3 Il principio di tipicità penale alla "prova" del sistema delle circostanze del reato
  • 1. Il principio di tipicità. Prime considerazioni di inquadramento
  • 2. «Tipo forte», «tipo debole», «tipo rigido» e «(non) tipo flessibile»: i quattro diversi modelli tipologici di costruzione della fattispecie incriminatrice
  • 3. Tipicità ed elementi circostanzianti
  • 4. Le circostanze obbligatorie ed il tipo circostanziato rigido e forte
  • 5. Le circostanze discrezionali ed il tipo circostanziato debole
  • 6. Le circostanze indefinite e la loro problematica tensione con il principio di tipicità penale
  • 6.1 Alcune questioni di fondo sul tappeto: la lacuna nell'incriminazione e nella dosimetria della pena e il rapporto fra circostanze indefinite ed art. 133 c.p.
  • 6.2 Le circostanze aggravanti indefinite ed il «tipo circostanziato aggravato flessibile». Il caso problematico della recidiva
  • 6.3 Le circostanze attenuanti indefinite o generiche ed il «tipo circostanziato attenuato»
  • Capitolo 4 Legalità e discrezionalità: tensioni di fondo e trasformazioni in atto
  • 1. La discrezionalità penale: premesse definitorie e delimitazione dell'indagine
  • 2. Teorie «unitarie» Vs teorie «parcellizzate». Alla ricerca di fondamento sostanziale del potere discrezionale in materia penale
  • 3. Le circostanze del reato quale "regno" della discrezionalità giudiziaria e le tensioni con le istanze legalistiche
  • 4. Le tre fasi di espressione della discrezionalità
  • 5. Proteiformità della discrezionalità penale. I diversi momenti di operatività e le sue diverse modulazioni in relazione ai singoli istituti. Discrezionalità quantitativa, discrezionalità qualitativa e fissità della variazione della pena
  • 5.1 Le circostanze a variazione di pena proporzionale ed elastica: verso l'esaltazione della discrezionalità quantitativa
  • 5.2 Le circostanze a variazione di pena proporzionale fissa. La "via della fissità" e l'annullamento della discrezionalità quantitativa
  • 5.3 Le circostanze discrezionali e la corroborazione della discrezionalità qualitativa di tipo «individuatorio-di relazione»
  • 5.4 Le circostanze attenuanti generiche fra discrezionalità quantitativa e discrezionalità qualitativa di tipo «para-normativo»
  • 5.5 II giudizio di prevalenza o di equivalenza fra circostanze eterogenee ex art. 69 c.p.
  • 6. Le circostanze a variazione di pena indipendente od autonoma. Il non senso della distinzione fra discrezionalità quantitativa, discrezionalità qualitativa e fissità
  • 7. L'obbligo di motivazione sotteso al potere discrezionale del giudice: funzione garantista e controllo «autogovernato»
  • Considerazioni conclusive. Requiem per le circostanze. Ripensare il futuro della commisurazione della pena
  • Bibliografia.